ASTEROIDE .

da lunedì 04 novembre 2024 a giovedì 23 ottobre 2025
TEATRO MAURO BOLOGNINI

di e con Marco D’Agostin
suono Luca Scapellato
canzoni Marco D’AgostinLuca Scapellato
scene Paola Villani
luci Paolo Tizianel
costumi Gianluca Sbicca
con un’incursione testuale di Pier Lorenzo Pisano

assistente alla creazione Lucia Sauro

animatronic Bots Conspiracy

ricerca condivisa con Chiara Bersani, Sara Bonaventura, Nicola Borghesi, Damien Modolo, Lisa Ferlazzo Natoli

movement coach Marta Ciappina

danze di repertorio Giulio Santolini, Stefano Bontempi

vocal training Francesca Della Monica

consulenza scientifica Enrico Sortino

costruzione elementi scenici Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

promozione, cura Damien Modolo

organizzazione, amministrazione Eleonora Cavallo, Federica Giuliano, Irene Maiolin, Paola Miolano

comunicazione digitale Alessandro Ieva

 

VAN in coproduzione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa; Théâtre de la Ville, Paris; Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale; Pôle-Sud CDCN Strasbourg; Festival Aperto / Fondazione I Teatri - Reggio Emilia; Baerum Kulturhus - Dance Southeast-Norway; Snaporazverein
Con il sostegno di CCN Ballet de l'Opéra national du Rhin; Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni Firenze; AMAT e Civitanova Danza per RAM_Residenze Artistiche Marchigiane; La Contrada, teatro stabile di Trieste;
Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale; Istituto Italiano di Cultura di Oslo/MiC-Direzione Generale Spettacolo e Sprang / Ål kulturhus, regional dance scene and performing arts center, nell'ambito di NID international residencies programme; Grand Studio, Bruxelles; Scenario Pubblico, Catania; CSC/Centro per la Scena Contemporanea (Bassano del Grappa); Atcl/Spazio Rossellini: Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza; Centrale Fies;
Teatro Stabile dell'Umbria


Un omaggio al musical, alle sue travolgenti e paradossali logiche, alle storie d’amore che finiscono improvvise come un asteroide e alla nostra umana, intollerabile finitezza. Con la consueta ironia, Marco D’Agostin costruisce una partitura per voce e corpo che muovendosi tra paleontologia, danza e sentimento racconta gli infiniti modi coi quali la vita trova sempre il modo di resistere.


La geologia e il romanticismo hanno una cosa in comune: raccontano che le cose durano a lungo. L’assurda ipotesi di un asteroide che avrebbe portato all’estinzione istantanea di tutti i dinosauri ha sconvolto la comunità scientifica negli anni ‘80: nessuno poteva accettare una storia così terribilmente affascinante ma insieme troppo inverosimile. La stessa incredulità di chi, all’improvviso, si ritrova senza un amore: è difficile accettare che la vita possa cambiare direzione in modo così repentino e crudele. Nel nuovo spettacolo di Marco D’Agostin, la figura di un misterioso paleontologo si presenta al pubblico per discorrere di ossa, estinzioni e materiale cosmico.
Appare subito chiaro che qualcosa non torna: le sue frasi si lasciano scappare dettagli sentimentali, la postura di un arto assume una bizzarra posa coreografica, la pronuncia delle parole assomiglia sempre di più a un canto. Una minaccia incombe sul corpo del divulgatore, tanto terrificante quanto la scia di un asteroide: è il musical, la forma di entertaining più paradossale ed estenuante, che sembra voler divorare la conferenza per mettere alla prova la capacità di danzare e cantare il racconto della fine. In un corpo a corpo con Broadway, il divulgatore/performer dà vita a un inedito duetto che ha per coppie di protagonisti la scienza e l’amore, l’intrattenimento e l’informazione, la vita e la morte, la danza e il teatro. Tra tradimenti, ossa di dinosauro e misteriose grotte piene di iridio, Asteroide racconta la straordinaria capacità della vita – e dunque dell’arte – di ripresentarsi sempre, in nuove forme, senza soccombere mai. E noi viventi, chiamati di continuo a ricostruirci dopo le apocalissi – che in un vertiginoso capovolgimento D’Agostin ci invita a osservare come se fossero sempre alle nostre spalle – siamo la prova che costruiamo noi stessi strato dopo strato, come il tessuto terrestre, e che le nostre biografie sono piccole ere geologiche


Note di regia

Nel 1958, poco prima di morire, Doris Humphrey scrisse che la natura della danza è la sua assoluta impermanenza e che ogni coreografo è incatenato al suo tempo. Io non so ancora quale sia la mia danza, e mi pare che sia necessario porsi questa domanda ogni giorno – ogni mattina il corpo è nuovo e non ne sappiamo assolutamente nulla. Eppure, da qualche parte, mi pare anche che la mia danza sia il disperato tentativo di lavorare sul brivido della durata.


Marco D’Agostin è vincitore del Premio UBU 2018 come Miglior Performer Under 35 e del Premio UBU 2023 per il miglior spettacolo di danza (Gli anni). Nel 2023 gli è stato conferito il 4° Premio Riccione Speciale per l’innovazione drammaturgica. È artista associato del Piccolo Teatro di Milano.

I suoi lavori si interrogano sul funzionamento della memoria, dando vita a dispositivi coreografici che a partire da archivi personali o collettivi cercano di innescare con il pubblico pratiche di partecipazione e immedesimazione. La sua danza, una geografia complessa in cui suoni, parole e movimenti collidono di continuo, tende sempre verso la compromissione emotiva di chi la compie e di chi la guarda.

Nel 2024 è uscito per i tipi de Il Saggiatore Anni, lettere e valanghe, un volume co-scritto con Alessandro Iachino sulle drammaturgie per la danza.

Genere: Balletto Clas

Autore: MARCO D'AGOSTIN

Compagnia: ASSOC. VAN - FOND. TEATRI PT -

Organizzatore: FONDAZIONE TEATRI DI PISTOIA

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