SETTE A TEBE. UN TERRIBILE AMORE
martedì 01 aprile 2025
TEATRO COMUNALE CORMONS 2024-25
tratto da I sette contro Tebe di Eschilo
regia Gabriele Vacis
scenofonia Roberto Tarasco
cori a cura di Enrica Rebaudo
con le attrici e gli attori di Potenziali evocati multimediali
produzione PEM Impresa sociale con il supporto di 76° Ciclo Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, a.ArtistiAssociati-Centro di produzione teatrale, Fondazione ECM Settimo torinese
Lo spettacolo ha aperto il 76° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza nel settembre del 2023.
Al centro della scena il vissuto corale dei cittadini di Tebe fa da cassa di risonanza a quanto accade al di là dalle mura della città e fa accadere in scena i rumori dell’assedio, i colori e le immagini terrificanti del nemico, dell’estraneo, dell’altro che da fuori spinge, e minaccia l’ordine della città dalle sette porte. Ma l’ “altro” – come ci rivela l’inaspettato scontro alla porta settima tra i fratelli nemici Eteocle e Polinice – ha sempre le sembianze del fratello: la guerra è, sempre, guerra civile.
Il copione è costruito incastonando nel testo di Eschilo brani di voci attuali che portano sulla scena dati tecnici sulle armi in uso nel nostro tempo, ma anche considerazioni storico-culturali sull’immanenza della guerra a ogni latitudine, geografica e cronologica, della nostra civiltà. Sulla trama di un testo così costruito, i giovani attori/autori di PoEM si prendono la responsabilità di rappresentare, di far accedere alla realtà aumentata del teatro, i desideri, i punti di forza e di debolezza della generazione dei ventenni: in scena riflettono l’esperienza della guerra nei pensieri, nei gesti, sui corpi dei giovani loro coetanei. In questo la tragedia di Eschilo si dichiara come “necessaria”, la matrice giusta che genera una presentazione adeguatamente complessa del nostro tempo. In un’altalena che oscilla tra le parole di Eschilo e le domande del presente su cosa sia, allora come oggi, la guerra, si
attiva un cortocircuito energetico tra antico e contemporaneo, complici molti autori, di epoca e cultura diversa, chiamati in causa: Henri Laborit, Sun Tzu, Franklin J. Schaffner, Bertolt Brecht e, soprattutto, James Hillman che orienta la prospettiva mai retoricamente buonista sul tremendo impasto di amore e di ferocia che ha il nome divino di Ares, e innesca la concentrazione di uno sguardo e la direzione di un pensiero mai scontato sulla terribile vitalità di ogni guerra.
Genere: Teatro Prosa
Autore: GABRIELE VACIS
Compagnia: A.ARTISTI ASSOCIATI
Organizzatore: A ARTISTI ASSOCIATI